Cenni Storici - Lettura Storia dell'abitato

Documenti e scritti che raccontano il passato del Comune e del territorio circostante

Data di pubblicazione:
04 Ottobre 2021
Cenni Storici - Lettura Storia dell'abitato

1. LETTURA STORIA DELL’ABITATO

In un documento del 1473 si parla di un Sedime magno in affitto ai Crivelli che dovrebbe corrispondere al fabbricato situato a sud della chiesetta, come conferma la mappa del 1776 che chiama questa parte Casa da nobile. Da allora ad oggi ci sono stati dei cambiamenti, ma la matrice originaria è ancora individuabile. Tre sono i cortili che compongono l'attuale insediamento:1. Contiene la chiesetta e, nel '700, era la porzione denominata Casa da Nobile che, unita all'edificio rustico a Sud, formava il Sedime magno del 1473. L'edificio con andamento N-Sè a corpo doppio. Verso Est esistono ancora locali settecenteschi che nel 1856 ammontavano a sette su due piani, oltre a due stalle e un fienile. Il corpo di fabbrica con andamento E-O manteneva i venti locali, oltre il portico, anche nel 1856: l'edificio meridionale conteneva, nel 1776, un torchio, oltre alle stalle.2. Il corpo di fabbrica parallelo alla roggia è già presente nella mappa del 1776 con otto locali su due piani, stalle e fienile. Tale situazione è confermata successivamente e, al nostro secolo, risale il corpo di fabbrica ad Ovest costituito da stalle.3. Il corpo di fabbrica ad Est ha sempre svolto funzioni agricole. Già presente nel 1776 èstato ampliato nel nostro secolo. Anche il corpo a Nord, già segnalato nel '700 e nel 1856,è censito con sei locali su due piani, oltre i portici (casa Scattolini).

2. LETTURA STORICA DELL’ABITATO

Quattro sono le unità ancora esistenti, due si trovano a Nord della strada che sorpassa il Naviglio Grande e le altre due a Sud della medesima strada.1. La prima (il Monferrino), a Nord del ristorante, nel Settecento era di proprietà Fagnani evi alloggiava una famiglia di massari.2. L'attuale ristorante mantiene, sostanzialmente, la forma originaria a “L", come risulta dalla planimetria redatta nel 1776 dai Canonici Lateranensi: c'è ancora la scritta “1727 SMP", Santa Maria della Passione, a documentare l'antica presenza. Nell'Ottocento la proprietà divenne parrocchiale e, nel nostro secolo, si registrarono aggiunte a Est e a Nord:quest'ultime riguardavano l'esercizio commerciale che ha preso il posto dell'antica osteriasituata più a valle.3. L'area posta appena a valle del ponte, restaurata nel 1980, mantiene la forma ad “L", perpendicolare alla strada e parallela al Naviglio. Il restauro ha riscoperto, all'interno, un affresco identico a quello esistente nel chiostro di Voltorre raffigurante La Passione di Maria (XVII sec.). La cascina subì, all'inizio del secolo, un incendio propagatosi da una stanza detta “S. Macario" (quella con il grande affresco esterno) fino alla stanza con l'affresco di Voltorre nella quale dormiva un bambino tratto in salvo attraverso la finestra perchè la scala era in fiamme: “Il Grande affresco su parete è composto da una serie di figure di Santi intorno alla Madonna del Rosario, con in basso figure di oranti a fianco di un'urna contenente il corpo di un Santo, entro cornice architettonica fastigiata e grande drappeggio di fondo, con in alto l'Angelo e l'Annunziata e un Crocifisso al centro. In buona parte molto consunto, con cadute di intonaco sul bordo inferiore, la composizione è databile alla seconda metà  del XVIII secolo, forse in concomitanza con l'arrivo dell'urna di San Benedetto martire a Cuggiono a cui sembra richiamarsi l'urna effigiata". Il fatto poi che esista, nella casa parrocchiale di Mesero, una rappresentazione identica su tela conferma l'ipotesi indicata riferentesi alla traslazione del "corpo" di S. Benedetto.4. Nell'unità  posta ancora più a valle, sulla riva sinistra del Naviglio Grande, si trovava una antica osteria, preceduta da un portico ad arcate.
MALVAGLIO
Nel 1558 i Canonici possedevano il 12% del territorio, mentre il 7% era della chiesa di S. Vittore.Diversamente da Robecchetto, dove la proprietà religiosa era molto più corposa, il territorio di Malvaglio era per la maggior parte posseduto dai Beolchi, Eredi Bossi, Della Croce, Crivelli, Visconti, Corio, Piatti, Bianciardi, Fagnani, Lampugnani, Maggi, Pisoni e Comune di Malvaglio.Emerge, da quanto detto, una presenza laica importante e addirittura la presenza del “Comune" che possedeva 15 pertiche di brughiera a Malvaglio ed altre 60 di bosco ad Induno, quando ancora non esisteva come soggetto “politico" la comunità di Robecchetto. Questa riessione ci porta ad attribuire a Malvaglio uno spessore storico importante che trova conferma anche nei confini:solamente il suo territorio arrivava pienamente sino al Ticino, mentre quello di Robecchetto con Padregnano si fermava poco prima del fiume, comprendendo parzialmente la Padregnana. Il console era Badino Catagnino, mentre Catelina de la Croce rappresentava la figura più importante in quanto gentildonna.Il 16 maggio 1652, diversamente da Robecchetto con Padregnano, la Regia Camera assegnò Malvaglio in feudo a Giambattista Lossetti. La Nota degli Huomini di Malvaglio - di 14 anni in su - che giurarono fedeltà al feudatario Lossetti nella piazza di Inveruno, il 9 giugno 1652 risultò composta da 16 persone, tra cui spiccava Ioseffo Rampone, console del paese. Ma c'erano anche i Magni, i Carimà, i Gualdoni.

3. LETTURA STORICA DELL’ABITATO

Dal nucleo antico del paese, caratterizzato da una serie di cortili, buona parte dei quali restaurati in questo secolo, emergono alcuni punti salienti:1. Il pozzo pubblico, situato sull'incrocio tra la strada principale e quella che va al cimitero,costruito sulla piscina (abbeveratoio) che occupava buona parte della piazza (denominata Umiltà, forse in riferimento al motto di S. Carlo) fino al Settecento e nella quale si raccoglieva l'acqua piovana.2. Il forno dei poveri addossato al lato ovest della piazza.3. Il cortile di via Roma corrisponde, per dimensioni (35 x 35 metri), all'actus romano.

Ultimo aggiornamento

Martedi 17 Maggio 2022